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giovedì 10 gennaio 2008

Romano Frodi



"Abbiamo ottenuto risultati straordinari. Possiamo rivendicare con orgoglio - ha sottolineato il Presidente del Consiglio - di aver portato il Paese fuori dall'instabilità finanziaria..." Dall'edizione del Tg1 delle 13.30 di oggi (10-01-2008) - Servizio di Bruno Luverà sul vertice di maggioranza sull'economia.

I Balordi - Vengono a portarci via (mp3)... magari!!!

mercoledì 5 dicembre 2007

Scatena le platee la musica satanica dei Doors


"Il nostro sport preferito è ora quello di farci arrestare dalla polizia"... "L'ultimo successo è un motivo che dura 11 minuti e si chiama The End: una lunga poesia, spesso indecifrabile, su un uomo che uccide il padre e fa all'amore con la madre"...
Da "Panorama" del 27 giugno 1968 (leggi articolo)

The Doors - Backstage and Dangerous: The Private Rehearsal - Mystery Train/Crossroads + Elvis Presley - Live in Dallas - June 6 & 7, 1975 - 21 - Medley - Mystery Train/Tiger Man

Nino Ferrer canta en español ("Side B")



Nino Ferrer canta "Mao et Moa" ("Mao-Mao") en español

martedì 4 dicembre 2007

Nino Ferrer canta en español ("Side A")



Nino Ferrer canta "Agata" en español

sabato 1 dicembre 2007

LA (SVETTANTE) COLONNA SONORA DI "GOLA PROFONDA"



Era il giugno del 1972 quando, in un cinema di Times Square a New York, usciva "Gola profonda" ("Deep Throat") di Gerard Damiano. Malgrado fosse bollato da una tripla X e si reggesse su una trama esilissima, grazie alla specialità della compianta Linda Lovelace (imparata, si dice, sotto ipnosi) e al taglio comico-demenziale, il film ottenne un enorme successo (costato 25.000 dollari ne incassò più di 6 milioni), e fu il primo hard della storia ad essere proiettato nei circuiti di prima visione, lanciando il fenomeno del "porno chic", un tipo di film a luci rosse che intellettuali e coppie sposate non si vergognavano di andare a vedere. Assieme all'immensa popolarità, però, non tardarono ad arrivare anche i guai giudiziari. Miriadi di cause furono intentate contro il film, che fu tagliato, censurato e sequestrato (e che è tuttora proibito in diversi stati americani). Stessa sorte toccò anche alla relativa colonna sonora, scomparsa dal mercato per anni e trasformatasi di conseguenza in un vero e proprio oggetto da collezione. Uscita per la prima volta nel '72, parallelamente al film, fu ristampata in pochissime copie dalla "Sandy Hook Records" dieci anni più tardi (un'edizione rarissima che vale oltre 120 dollari). Nel 2005, per la gioia dei cinefili erotomani, l'encomiabile etichetta "Light In The Attic" ne ha approntato invece un'edizione deluxe (2 CD, "Deep Throat Anthology, Parts I & II", corredati di foto, note e quant'altro), rimasterizzata ed arricchita da un'ampia sezioni di dialoghi tratti dalla pellicola, che non lasciano spazio all'immaginazione e che basterebbero da soli a far confinare l'album nell' "inferno" di qualsiasi discoteca.
La soundtrack, una "delirante" miscela di porno-funk, easy-listening, esasperati e distorti riff di chitarra, virtuosistici assoli d'organo elettrico, gemiti, sospiri e scampanii (quelli che sente Linda quando finalmente raggiunge l'orgasmo), conserva intatta tutta la sua originaria carica provocatoria e trasgressiva. Inoltre, considerando che all'epoca dell'uscita del film in sala l'FBI confiscò i master originali, la qualità del suono è eccellente. Tra i 20 pezzi dell'antologia, i cui compositori, come spesso accadeva per produzioni del genere, sono rimasti nell'anonimato, si segnalano l'inconfondibile "Driving With Linda", l'ipnotica e psichedelica "Love Is Strange", e l'allegramente enfatica (quasi "pomposa", direi) "Deep Throat To You All". Imperdibile per chi ama il sesso e le sonorità vintage. (M.G)


Sul sito della label "Light In The Attic" un mp3 gratuito, "Run Linda Run".


Da qualche imprecisato luogo della Grecia, invece, l'album completo (vedi commenti).

mercoledì 28 novembre 2007

Porta davvero fortuna?

Oh, Coccinella, tu mi sembri la più bella (Message in a Black Bottle)...


Ciao, ma petite chérie,



domenica scorsa, nel tardo pomeriggio, ho fatto una passeggiata in centro. Il cielo era terso e l'aria pulita e frizzante. Condizioni climatiche rarissime qui a M., soprattutto in un mese bigio e lugubre come novembre. Un caffè, due chiacchiere con Maria Grazia, che mi ha accompagnato, e poi - irresistibilmente attratto dai grandi manifesti promozionali appiccicati alla vetrina - mi sono fiondato nella libreria di Corso Duomo. Erano settimane che non ci mettevo piede ma, nonostante il tempo trascorso, i volumi esposti sugli scaffali erano rimasti pressappoco gli stessi. Le consuete edizioni dozzinali di titoli che, pur "tirati dietro" per due lire, uno non si prenderebbe la briga non dico di leggere, bensì di reggere in una sportina di cellophane fino al ritorno a casa. Tuttavia, tra tanto spreco di carta, qualcosa di papabile e gustoso sono riuscito a scovarlo: "Storie di mummie", un'antologia dei migliori racconti e romanzi sull'argomento scritti dai maestri della narrativa fantastica. Essendo edito dalla "Newton" nella collana "I Mammut", il tomo non è certo pregiato (carta scadente e grafica dozzinale), ma le pagine di letteratura che contiene sono davvero rimarchevoli. Inoltre, tra i tanti titoli presenti, figura anche "Il romanzo della mummia" di Théophile Gautier, che stavo cercando da parecchio. Potevo forse non pensarti? La mia mente - proprio come farebbe un archeologo con la protagonista assoluta dell'antologia, custode misteriosa e silenziosa dei segreti del passato - ha tolto le bende ai ricordi ed ha osservato, con meraviglia e melanconia al contempo, i drammatici effetti della vanità dei sentimenti. Quanti mesi sono trascorsi dal nostro primissimo incontro? Mah! Fammi fare due conti. Non sono bravo a memorizzare date e ricorrenze particolari, nemmeno quelle che dovrebbero essere più significative per me. Era il febbraio dello scorso anno, di questo sono sicuro. Ma sono altre le cose che s'incidono con più vigore nei "solchi" del mio cervello, e che sovente ronzano imperterriti ed ossessivi come un vecchio disco pieno di polvere che si sia incantato sul grammofono. I tuoi occhi azzurri e vispi, ad esempio. La pelle candida e abbacinante del tuo volto. Le tue gote arrossate dal freddo vento di fine inverno. Le tue adolescenziali trecce bionde. La tua bizzarra ed inconsueta parlantina, difficilmente riscontrabile nelle tue coetanee di questa maledetta ed ipocrita città (e infatti, mi è occorso un buon quarto d'ora - in virtù della tua perfetta padronanza dell'italiano - per capire che eri straniera). La tua effervescente curiosità, unita ad una contagiosa socievolezza. La tua giacchetta di pelle "vintage", stretta ed aderente; i tuoi guanti di lana tagliati à la clochard, con tutti i colori dell'arcobaleno...
Ecco, avrei dovuto scattarti la foto per il giornale così come mi ti sei parata innanzi quella sera, e poi "fuggir" via di corsa, lasciando il campo al tanto vituperato cruccio delle "occasioni mancate". E invece no. Già conquistato a mia insaputa, ho acceso una candela di speranza con la stessa leggerezza con la quale ci si accende una sigaretta, scatenando quell'incendio incontrollabile che mi spinge tuttora - dopo estasi, deliqui, esaltazioni, liti, furori, pentimenti e riconciliazioni - a scriverti in forma anonima dalle pagine virtuali di un blog. Ebbene sì, pur autocensurandomi, non rinuncio ad inviarti questo messaggio "nero e criptato", e per di più senza firma. Me lo consentono la moderna tecnologia e quel poco di pratica del linguaggio HTML che ho acquisito grazie alla frequentazione di Internet. In altri tempi, come puoi constatare dal titolo che ho dato a questo "post", avrei verosimilmente affidato i miei pensieri ad una bottiglia. Ma le probabilità che essi giungano al legittimo destinatario sono praticamente le stesse, forse addirittura inferiori. E questo nonostante i vari link, tag, motori di ricerca, parole-chiave, e via discorrendo. Siamo sul Web, no? Una tela che si va allargando ed intricando a dismisura di giorno in giorno...
Forse, codesto collegamento ipertestuale sarà già scomparso tra poche settimane, perché non avrò avuto la pazienza di aggiornare il blog, o lo avrò chiuso con un semplice click del mouse... Fosse altrettanto semplice riattizzare i carboni di un Amore apparentemente sopito! (Ancora mi illudo che tu mi abbia amato realmente: sono proprio uno stolto pervicace!)...
Magari, adesso avrai già un altro fidanzato col quale amoreggiare sotto il ponte Mirabeau... Pazienza! L'anno scorso ho fatto il possibile e l'impossibile per riabbracciarti. Ci sono riuscito con fiumi d'inchiostro e di lacrime. Oggi i tempi son cambiati... E non si tratta di una questione d'orgoglio, che ho già forzato e calpestato in più d'una occasione. Molto semplicemente, non potrei più permettermi un'ennesima deriva sentimentale...
Comunque, mancano soltanto due giorni al tuo 24mo compleanno, e a dispetto della mia succitata idiosincrasia per le ricorrenze, ho pensato bene di dedicarti una canzone allegra e spensierata, per ricordarmi di te nel migliore dei modi possibile e lasciarmi alle spalle, come immondizia trascinata dalle correnti di un fiume, tutto il male che ho patito...
So che l'immagine potrà apparirti un po' fosca ed inquietante, quasi da grand-guignol ottocentesco, ma questo è il mio modo di "mummificarti"...



Allora, Bon Anniversaire, Amore mio Ideale!



Keywords: "Chloé Gautier", Bagneux, 92220, Île-de-France, Paris, Cora, Apollinaire, Pont Mirabeau, Amour F(o)u, Je t'aime moi non plus


Le Pont Mirabeau

(Qui interpretata da un lettore d'eccezione)

Sous le pont Mirabeau coule la Seine / Et nos amours / Faut-il qu'il m'en souvienne / La joie venait toujours après la peine


Vienne la nuit sonne l'heure / Les jours s'en vont je demeure

Les mains dans les mains restons face à face / Tandis que sous / Le pont de nos bras passe / Des éternels regards l'onde si lasse

Vienne la nuit sonne l'heure / Les jours s'en vont je demeure

L'amour s'en va comme cette eau courante / L'amour s'en va / Comme la vie est lente / Et comme l'Espérance est violente

Vienne la nuit sonne l'heure / Les jours s'en vont je demeure

Passent les jours et passent les semaines / Ni temps passé / Ni les amours reviennent / Sous le pont Mirabeau coule la Seine

Vienne la nuit sonne l'heure / Les jours s'en vont je demeure

martedì 27 novembre 2007

Alleluja-ya!!! Casco o aureola d'oro?


Qualche sera fa, grazie allo strepitoso blog del Vampiro Verdier(http://cverdier.blogspot.com/), ho scoperto che Caterina Caselli esordì al Cantagiro del 1965 con una cover degli Them di Van Morrison, Baby, Please Don't Go. Nonostante l'innovativa proposta musicale (o forse proprio a causa d'essa), la cantante sassolese, accompagnata dal suo gruppo Gli Amici, non vinse nemmeno una tappa. Ecco il testo della versione italiana del brano, intitolato Sono qui con voi:




Sono qui con voi, alleluja-ya

sono qui con voi

che felicità

io sono qui con voi, alleluja-ya

Siete qui con me, alleluja-ya

siete qui con me, tutti amici qui

cantate insieme a me alleluja-ya

Siamo amici noi, alleluja-ya

siamo amici noi

tutto il mondo lo sa

cos'è la gioventù, alleluja-ya


Siete qui con me, alleluja-ya

siete qui con me,

tutti amici qui

cantate assieme a me, alleluja-ya

Siamo amici noi, alleluja-ya

siamo amici noi

tutto il mondo lo sa

cos'è la gioventù, alleluja-ya


Se qualcuno c'è

che non canta con noi

per i fatti suoi

può anche andar


Sono qui con voi, alleluja-ya

sono qui con voi che felicità

io sono qui con voi alleluja-ya

Siete qui con me, alleluja-ya

siete qui con me, tutti amici qui

cantate insieme a me alleluja-ya

RaveOnEttes, It's a crazy feeling...


Un gruppo il cui nome racchiude, al contempo, le Ronettes ed uno dei brani più trascinanti di Buddy Holly. Una "pupa" col caschetto d'oro e gli occhi azzurri che assomiglia alla Nico dei Velvet ed inforca la chitarra come Eddie Cochran... e che per di più indossa la gonna! Tre accordi e tre minuti per ogni pezzo. Un rock'n'roll fresco, veloce, immediato, spontaneo, deliziosamente grezzo... Simile, insomma, a quello delle origini. È un piacere, dunque, poter annunciare l'imminente ritorno sul mercato discografico degli "old-fashioned" Raveonettes, il duo danese formato da Sune Rose Wagner (chitarra, voce) e Sharin Foo (basso, voce). Il loro quarto album - dopo l'EP Whip It On, Chain Gang of Love e Pretty in Black - si intitola Lust Lust Lust, contiene 12 tracce ed è distribuito dalla casa indipendente londinese Fierce Panda Records. Ecco la tracklist completa del disco: Aly Walk With Me, Hallucinations, Lust, Dead Sound, Black Satin, Blush, Expelled From Love, You Want The Candy, Blitzed, Sad Transmission, With My Eyes Closed, The Beat Dies. I Temi conduttori dell'opera? La lascivia e i desideri proibiti...
Per ora, ecco il singolo Dead Sound (LEGALMENTE scaricabile), la recensione che scrissi in occasione dell'uscita di Pretty in Black, e le foto che scattai al concerto tenuto dalla band all'Estragon di Bologna, nel settembre del 2005.







Il "fiammeggiante" blues della buonanotte

Scaricatelo pure tranquillamente! Sia dal link che dalla coscienza, intendo, giacché il brano in questione non è protetto da copyright. Quindi, per questa notte, lasciatevi tranquillamente cullare dalla CALDA voce di Robert Johnson. Per forza, potrebbe obiettarmi qualcuno, se è vero come si dice che il grande bluesman avrebbe stretto un patto col diavolo...

P.S. Il titolo del pezzo vi ricorda niente?

Chi ha visto Aldo?

Ai più, il nome di Aldo Lado dirà ben poco. Eppure, nell'arco di meno di un lustro, dal 1971 al '75, questo misconosciuto regista e sceneggiatore italiano - che neppure la tardiva riscoperta del cosiddetto "cinema di genere" dei Seventies è riuscito completamente a ripescare dall'oblio (persino "quei bravi ragazzi" di Nocturno non gli hanno dedicato un intero allegato!) - ha sfornato tre sublimi pellicole: La corta notte delle bambole di vetro, un thriller claustrofobico e satanico dal forte sottotesto politico; Chi l’ha vista morire?, un giallo psicologico fitto e "denso" come la nebbia che avvolge le calli veneziane in cui è ambientato; e L'ultimo treno della notte, sadico "revenge-movie" di gran lunga superiore a quello che viene unanimemente considerato il suo modello, ossia L'ultima casa a sinistra di Wes Craven (impagabili, in tal senso, le interpretazioni di Flavio Bucci e Franco Fabrizi). Anche se il nostro Aldo, già aiuto di Bernardo Bertolucci per Il conformista, ha da tempo abbandonato la mdp (ora è un "insospettabile" produttore esecutivo), i suoi tre succitati film sono facilmente reperibili sia in vhs che in dvd (quantunque occorra rivolgersi al mercato estero per il supporto digitale de L'ultimo treno della notte). Lo stesso dicasi per le relative colonne sonore, tutte composte dal Maestro Ennio Morricone. Qui vi offro un assaggio della Soundtrack di Chi l'ha vista morire?, pubblicata da una meritoria etichetta nostrana, che ha scovato, in ottime condizioni, il master stereofonico dell'album originale. Si tratta della "title-track", interpretata, come le altre 9 tracce dell'album, da un coro di voci bianche. Le canzoni - i cui testi sono in parte popolari, in parte scritti da Maria Travia, moglie e musa del compositore - sono eseguite con una strumentazione moderna (batteria, chitarra elettrica, tastiere), e la loro dolcezza è volutamente contrapposta alla violenza degli efferati delitti descritti nel film... Consiglio caldamente l'acquisto del disco...
Ah, a proposito, ecco la sinossi della pellicola: "Due bambine coi capelli rossi, a distanza di quattro anni l'una dall'altra, vengono ammazzate nel medesimo luogo da un serial-killer in abiti femminili. Il padre dell'ultima piccola vittima (interpretato dal peggior 007 mai apparso sugli schermi, l'australiano George Lazenby) riesce a scoprire l'assassino dopo che molti degli indiziati sono periti di morte violenta..." Di culto la partecipazione di un giovane Alessandro Haber nel ruolo di Padre James...