mercoledì 24 dicembre 2008

martedì 16 dicembre 2008

"The House of the Rising Sun" Collection



"The House of the Rising Sun" è una canzone folk americana. Il testo ha come argomento una vita sfortunata ed è ambientata a New Orleans. L'esecuzione della canzone da parte del gruppo inglese The Animals, nel 1964, è generalmente considerata la più famosa ed è stata la numero uno in classifica sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito.

Il brano risale alla prima metà dell'Ottocento e, al pari di molte altre classiche ballate folk, la paternità del testo di "The House of the Rising Sun", a volte chiamata "Rising Sun Blues", è dubbia. Lo studioso del folklore Alan Lomax, autore nel 1941 della raccolta di canzoni "Our Singing Country", scriveva che la melodia era presa da una ballata tradizionale inglese (probabilmente "Matty Groves", risalente al Seicento), mentre il testo era stato scritto da Georgia Turner e Bert Martin, una coppia di abitanti del Kentucky. Altri studiosi propendono per ipotesi diverse, sebbene quella di Lomax sia generalmente considerata la più plausibile.

Del testo esistono due diverse versioni: una al maschile, l'altra al femminile. La versione maschile è la più nota ed è quella proposta dagli Animals. Tuttavia quasi tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere il testo al femminile quello originario. Fra i musicisti che hanno cantato questa versione spiccano Bob Dylan e Joan Baez.

L'espressione "House of the Rising Sun" è un eufemismo per indicare una casa chiusa; tuttavia non è noto se la casa descritta nel testo sia un luogo reale o fittizio. Tra le ipotesi più accreditate c'è quella che la vuole situata proprio a New Orleans: la notizia del suo abbattimento, avvenuto nel 2007, ha trovato spazio nelle pagine di qualche quotidiano statunitense.

La più antica incisione del brano a noi nota è quella del 1933 eseguita da Clarence "Tom" Ashley, che affermò di avere imparato il brano da suo nonno. Secondo alcuni, una incisione più antica fu quella del bluesman Alger "Texas" Alexander del 1928 col titolo "The Risin' Sun". Di tale incisione esistono oggi solo testimonianze indirette, poiché non è nota l'esistenza di nessuna copia del 78 giri. Non se ne conoscono dunque né il testo né la melodia, ed è dunque impossibile stabilire se si trattasse del medesimo brano.

Fu incisa in italiano dai Los Marcellos Ferial e da Riki Maiocchi*: il testo, opera di Mogol e Vito Pallavicini, stravolge completamente il senso della canzone, trasformandola in una storia d'amore. (Wikipedia)

*La prima versione italiana di Maiocchi ("Non dite a mia madre") non venne accettata dalla commissione di ascolto della RAI, probabilmente perché accennava ad una condanna a morte.

Per ulteriori informazioni sulla canzone si rinvia alla pagina http://www.musicaememoria.com/HouseOfRisingSun.htm


CD 1

01) B. B. King & Mary Travers - House of the Rising Sun
02) Bob Dylan - House of the Rising Sun
03) Bon Jovi - House of the Rising Sun
04) Buster Poindexter - House of the Rising Sun
05) Charlie Byrd - The House of the Rising Sun
06) David Allan Coe - House of the Rising Sun
07) Demis Roussos - House of the Rising Sun
08) Dolly Parton - The House of the Rising Sun
09) Eric Bibb & Cyndee Peters - The House of the Rising Sun
10) Eric Burdon - House of the Rising Sun
11) Eric Burdon, Robbie Krieger & Friends - House of the Rising Sun
12) Fausto Papetti - House of the Rising Sun
13) Frida Boccara - La casa del sol naciente (Spanish)
14) Frijid Pink - The House of the Rising Sun
15) Gregory Isaacs - House of the Rising Sun
16) I Bisonti - La casa del Sole (Italian)
17) James Last - The House of the Rising Sun
18) Jerry Garcia - House of the Rising Sun
19) Jerry Garcia, David Grisman & Tony Rice - House of the Rising Sun
20) Jimi Hendrix - House of the Rising Sun
21) Jimmy Page & Robert Plant - House of the Rising Sun (Live in New Orleans, 11-03-95)
22) Joan Baez - House of the Rising Sun

Link

CD 2

23) Johnny Halliday - Das alte Haus in New Orleans (German)
24) Johnny Hallyday - Le pénitencier (1964) (French)
25) Johnny Hallyday - Le pénitencier - Parc des Princes 2003 (French)
26) Johnny Halliday & Patrick Bruel - Le pénitencier (French)
27) Leadbelly - In New Orleans (House of the Rising Sun)
28) Los Marcellos Ferial - La casa del Sole (Italian)
29) Marianne Faithfull - House of the Rising Sun
30) Mark Knopfler - House of the Rising Sun
31) Nina Simone - House of the Rising Sun
32) Pete Seeger - House of the Rising Sun
33) Riki Maiocchi - Non dite a mia madre (Italian)
34) Santa Esmeralda II - The House of the Rising Sun
35) Tangerine Dream - House of the Rising Sun
36) The Animals - The House of the Rising Sun
37) The Beatles - House of the Rising Sun
38) The Blind Boys of Alabama - Amazing Grace (House of the Rising Sun)
39) The Platters - House of the Rising Sun
40) The Ventures - The House of the Rising Sun
41) The Walkabouts - The House of the Rising Sun
42) Tim Hardin - House of the Rising Sun
43) Waylon Jennings - House of the Rising Sun
44) Woody Guthrie - House of the Rising Sun

Link

sabato 6 dicembre 2008

Spoorloos ("The Vanishing") di George Sluizer



Rex e Saskia sono una giovane coppia di innamorati olandesi in vacanza in Francia. Durante una sosta in una stazione di servizio, la ragazza, allontanatasi per acquistare una Coca e una birra, scompare misteriosamente per non fare più ritorno. Dissolta nel nulla, senza motivi, senza logica apparente. Assolutamente convinto che si tratti di un rapimento e non di una fuga volontaria, Rex dedica gli anni seguenti alla ricerca della fidanzata, non tanto nella sempre più flebile speranza di ritrovarla ancora in vita, quanto per scoprire cosa le sia accaduto e veder così svelato il mistero che lo ossessiona. L'anelito alla scoperta della verità diventa per Rex un'idea fissa: a tre anni dall'accaduto, continua ad affiggere manifesti, a rilasciare interviste televisive, a scandagliare maniacalmente la giornata del fattaccio. Neppure la sua nuova donna può far fronte ad una tale caparbietà e, non essendo disposta a condurre un ménage à trois (c'è sempre di mezzo il "fantasma" di Saskia), lo lascia. La svolta si presenta quando Raymond, l'uomo che ha rapito Saskia, si fa vivo e sembra aver voglia di giocare al gatto e al topo. Il rapitore, un ambiguo e strambo professore di chimica, promette di rivelare il mistero a Rex, se questi accetterà di prendere un sonnifero. Dapprima furioso e titubante, Rex si piega infine alla condizione di Raymond, ma la soddisfazione della curiosità verrà pagata a carissimo prezzo.
Il film di George Sluizer - scritto da Tim Krabbé, che lo ha sceneggiato basandosi sul proprio romanzo "The Golden Egg" - è un thriller psicologico cinico e feroce, che ha il suo punto di forza nella rappresentazione dell'apparente normalità del Male. Non a caso, la parte del leone è affidata al personaggio di Raymond Lemorne (interpretato da un Bernard-Pierre Donnadieu in stato di grazia), la cui vera identità è svelata sin dal principio allo spettatore. Pater familias esemplare, cittadino modello, scrupoloso professore, Raymond è un campione di mimetismo (come l'insetto stecco sul quale si apre il film), un sociopatico perfettamente integrato nella sua comunità. Ciò che rende ancor più "mostruosa" la sua figura è la sua fredda e lucida determinazione, la ricerca della perfezione nel crimine. Raymond, che in passato aveva salvato una bambina da sicuro annegamento, ma che al contempo aborrisce la casualità e il Fato, ha rapito Saskia per ristabilire un grottesco ordine matematico nel suo allucinato microcosmo, secondo l'assioma che un atto eroico è tale soltanto se compensato da un grave misfatto. Il film di Sluizer, da cui non stilla nemmeno una goccia di sangue, parte in "sordina" e costruisce la tensione per gradi, fino a giungere ad un epilogo agghiacciante, con una delle soggettive più claustrofobiche della storia del cinema.
Nel 1993, "Spoorloos", che in Italia è uscito col titolo "Il mistero della donna scomparsa", è stato oggetto di un remake statunitense diretto dallo stesso regista, "The Vanishing", con Jeff Bridges, Kiefer Sutherland, Nancy Travis e Sandra Bullock. Il rifacimento, però, è di gran lunga inferiore all'originale, non soltanto perché annacqua e banalizza la storia, ma soprattutto perché opta per un debole e consolatorio "happy end".

Il film in lingua originale con sottotitoli in inglese

mercoledì 3 dicembre 2008

Un angelo per Satana di Camillo Mastrocinque





Il giovane artista Roberto Merigi (Anthony Steffen) arriva in un paesino sulle rive di un lago. Egli è stato chiamato dal Conte di Montebruno (Claudio Gora) per restaurare un'antica statua appartenente alla sua villa e da poco ripescata proprio dalle acque del lago. Nel frattempo, dopo anni di studio in un collegio inglese, torna alla villa anche Harriet (Barbara Steele), la bella nipote del Conte, straordinariamente somigliante alla statua, che è legata ad una misteriosa e tragica leggenda. Il Conte spiega a Merigi che la statua è stata fatta ad immagine di Maddalena, un'antenata di Harriet. Ma sulla scultura grava anche la maledizione di Belinda, un'altra antenata di Harriet, brutta e follemente invidiosa della bellezza di Maddalena. Dopo la morte dei due barcaioli che avevano ripescato la statua dal lago, nel borgo montano la collera e la paura del malocchio. Harriet, che intanto si è innamorata di Roberto, assume a tratti un contegno insondabile e malvagio, e sembra posseduta da un'entità maligna che la spinge a seminare distruzione e morte, tanto che i villici la tacciano di stregoneria. È lei che rovina l'amore tra la sua cameriera e il maestro del paese; è lei che seduce l'innocuo scemo del villaggio e lo spinge a violentare giovani ragazze; ed è sempre lei che induce il rude popolano (Mario Brega) a sterminare la sua famiglia...
Da un racconto di Luigi Emmanuele ed eco che vanno da Fogazzaro ("Malombra") a Mérimée ("La Venere d'Ille", da cui Mario e Lamberto Bava trarranno un film nel 1978), "Un angelo per Satana è la seconda ed ultima incursione nel gotico di Camillo Mastrocinque, regista di fiducia di Totò. Come ne "La cripta e l'incubo", il suo horror precedente, Mastrocinque sfrutta ancora una volta il tema del doppio e la morbosa sensualità della Steele, che si dispiega appieno quando l'attrice si cala nei panni della perfida Belinda, che disprezza gli uomini ed è prepotentemente attratta dalle donne (si veda, su tutte, la scena della tentata seduzione della cameriera, piuttosto pruriginosa e ai limiti della censura dell'epoca). Il ritmo un po' lento e il finale stiracchiato sono ampiamente ricompensati dalle prove degli attori (in particolare da quella del sempre misurato Gora), dall'eccellente fotografia in bianco e nero e dall'inconsueta cura dei dialoghi.