Valerio Barigozzi (Johnny Dorelli), giornalista fallito che sbarca il lunario curando "la piccola posta del cuore" di un quotidiano con lo pseudonimo "Contessa Esmeralda", un giorno riceve la lettera di un potenziale assassino che gli annuncia di voler ammazzare un attore televisivo. Sempre in cerca del "grande colpo all'americana", Barigozzi si reca al macabro appuntamento e scopre che il mostro ha mantenuto la sua delittuosa promessa. Altri omicidi si susseguono e Barigozzi, ormai divenuto interlocutore privilegiato dell'assassino, ne è sempre informato in anticipo. Questo strano filo rosso che lo lega al serial-killer lo rende sì ricco e famoso (i suoi vecchi libri gialli verranno ristampati, ma stavolta senza pseudonimo anglofono), ma gli procurano anche numerosi grattacapi con la polizia, che lo arresta e lo costringe a dimostrare la propria innocenza. Ma la trama gialla del film ha pure un preciso sottotesto: la parabola ascendente del Barigozzi, da oscuro redattore con scrivania a ridosso del cesso a editorialista di prim'ordine, è contaddistinta da un difficile rapporto con il timido e complessato figlio, che dapprima ha subìto la frustrazione e il livore paterni, per essere poi sostanzialmente accantonato dal genitore con il sopraggiungere della tanto agognata notorietà. Luigi Zampa, che negli anni del boom economico aveva giocosamente sferzato le italiche debolezze, qui si fa crudele e spietato, facendo del suo protagonista un campione di cinismo ed ipocrisia, un inguaribile opportunista che se ne frega del mondo e delle sue sventure, se non nella misura in cui possono tornargli utili. Il vero mostro, dunque. La sceneggiatura di Sergio Donati - siamo dalle parti di "L'asso nella manica" di Billy Wilder - è perfetta, e Johnny Dorelli, forse, alla miglior prova della sua carriera. Livido e disperato il finale. (
Il Corbaccio)
P.S. La copertina del DVD è un obbrobrio.
Soundtrack
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