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"Era un nanetto di venticinque anni il 'bambino' corrotto da Barbara Bouchet nella scena 'calda' del film ['Non si sevizia un paperino'] denunciato alla Magistratura da uno spettatore scandalizzato [...]
In realtà la produzione s'aspettava la denuncia ed aveva predisposto tutte le prove. Della scena girata esiste una documentazione fotografica ed il nano, il professor Domenico Semeraro, si pose subito a disposizione della Magistratura. Che a quanto pare è rimasta malissimo. Abbiamo intervistato Semeraro, insegnante d'applicazioni tecniche in tre diversi istituti medi di Roma, perito agrario, venticinque anni, nato ad Ostuni (Brindisi), incredibilmente piccolo, con un volto delicatissimo e puerile, ex-commissario se non proprio di pubblica sicurezza delle guardie zoofile, il miglior tassidermista (cioè imbalsamatore) romano [...]
Il Rovani narra che i nani milanesi al principio del secolo scorso s'organizzarono e rapirono tutte le più belle donne della città e particolarmente le gentildonne lasciandole libere solo dopo averle stuprate [...]
I nani costituiscono una potenziale società segreta perché pur non avendo mai formato associazioni si conoscono tutti tra di loro: infatti quando s'incontrano si contattano subito, si scambiano gli indirizzi e sono assolutamente solidali. Qualche volta si sposano tra nani ma il nano ha sempre un certo complesso per la donna normale [...]"
Da "Men" del 5 febbraio 1973 (leggi l'articolo illustrato di Armando Stefani)
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